L’ultimo progetto musicale di Donatella Rettore, intitolato Antidiva putiferio, rappresenta un ritorno atteso dopo un lungo silenzio discografico. La cantante, che compirà settant’anni nel prossimo luglio 2025, si è raccontata durante un’intervista nel corso del programma “Soundcheck”, un format musicale del nostro giornale, accessibile anche online e sui social media.
La Rettore ha spiegato che spesso le viene detto che per essere presa sul serio nel mondo della musica, dovrebbe adottare un atteggiamento più altezzoso. Tuttavia, la cantante ha ribadito la sua natura estroversa e cordiale, dichiarando: “Per me sarebbe come indossare una maschera. Sono una persona umorale, forse lunatica, ma non altezzosa”. Il suo ultimo album, Caduta massi, risale al 2011, e quattordici anni di attesa sono davvero tanti per i suoi fan.
Nel corso di questo lungo periodo, la Rettore ha continuato a lavorare, producendo singoli e scrivendo un libro. Ha sottolineato come oggi sia raro trovare dischi che presentano un fil rouge che unisce dieci o dodici canzoni, creando una sorta di ricamo sonoro. Con Antidiva putiferio, afferma di aver raggiunto questo obiettivo, collaborando con artisti come Ditonellapiaga, Beatrice Quinta, La Sad, Tancredi, Big Mama e Marta Tenaglia.
Rettore ha descritto il suo nuovo album come un “Cubo di Rubik”, spiegando che, pur non avendo una mente matematica, ha trovato nella musica uno strumento per sciogliere i pensieri e trovare concentrazione. “Credo che questo album possa essere ascoltato senza il desiderio di cambiare stazione radio”, ha affermato.
Un aneddoto della sua infanzia ha colpito l’intervistatore: il giorno in cui decise di assistere a un concerto dei Rolling Stones, lasciò una lettera a casa per rassicurare la madre. Tuttavia, la madre la raggiunse in stazione e la riportò a casa, portandola dalle suore dorotee di Asolo, un’esperienza che ha segnato profondamente la sua gioventù.
Rettore ha ricordato con affetto le figure delle suore, in particolare suor Valfrida e madre Esterina, quest’ultima considerata una vera educatrice. Parlando delle sue rinunce per la musica, ha rivelato che, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha sacrificato un figlio, ma piuttosto ha vissuto una vita che non ha portato a tale scelta.
Tra le sue delusioni, la Rettore ha citato il disco del 1982, Kamikaze Rock’n’roll Suicide, che, nonostante il successo, non soddisfò i dirigenti della sua etichetta, portandola a lasciare l’Ariston. Ha anche condiviso il rammarico per non aver mai visto sua madre a un suo concerto, descrivendo la loro relazione come complessa e ricca di sfide.
Rettore ha discusso anche del messaggio sociale nella musica contemporanea, evidenziando come alcuni artisti continuino a veicolare messaggi significativi, mentre altri si concentrano su testi più leggeri. Nel suo nuovo album, il brano Malamocco affronta il tema del “dissing” e della divisione, sottolineando l’importanza del dialogo.
Infine, ha rivelato il suo tifo per Marcella e Tony Effe durante il Festival di Sanremo, e ha parlato del suo progetto di un musical intitolato Rettore Rockopera, che purtroppo è stato abbandonato. La cantante ha espresso il desiderio di utilizzare le sue canzoni per un progetto teatrale, un’idea che continua a stimolarla.
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