A cinquant’anni dalla sua prima uscita, “Stasera che sera” torna a vivere in una nuova veste acustica, riportando sul palco l’emozione di un brano che ha segnato la storia dei Matia Bazar e del pop italiano.
In questa intervista, Carlo Marrale e Silvia Mezzanotte raccontano le sensazioni di riproporre oggi una canzone così iconica, svelano aneddoti sulla sua nascita, riflettono sulla magia della loro intesa vocale ed anticipano i progetti futuri. Un viaggio tra ricordi, musica e passione condivisa, dove la semplicità diventa forza e autenticità.
“Stasera che sera” compie cinquant’anni: cosa avete provato nel rivivere questo brano mezzo secolo dopo la sua nascita?
“Ad ogni concerto, l’emozione si rinnova, già dalle prime note, il pubblico sorride e canta insieme a noi. Non avrei mai pensato che questa canzone, nella sua toccante semplicità, si sarebbe dimostrata così longeva ed è una cosa bellissima”.
Carlo, puoi raccontarci quel momento magico in cui nacque la canzone, nel gennaio del 1975?
“Ho un ricordo nitidissimo di quel momento. Rientrato da una festa di San Silvestro a casa di Piero Cassano, con Antonella Ruggiero, Aldo Stellita ed altri amici, salutai i miei genitori, entrai in camera mia, imbracciai la chitarra e, come per magia, mi venne di getto l’incipit musicale di “Stasera che sera”. Aldo Stellita nel giro di pochi giorni scrisse il testo, il 5 maggio usciva il disco, e nella stessa estate il singolo, era in classifica anche in Spagna aprendo ai Matia Bazar il mercato latino-americano e dando il via ad una carriera splendida per tutti noi”.
Silvia, cosa rappresenta per te interpretare oggi un brano che appartiene alle origini dei Matia Bazar?
“Una bella sfida e una grande responsabilità. In realtà il nostro obiettivo primario è quello di celebrare il brano a modo nostro, mettendo in luce la particolarità che ci ha unito nel 2019 e che ha dato il via a questo progetto e cioè la magia del nostro intreccio vocale. Per questo ci siamo affidati ad un arrangiamento così essenziale, per sottolineare le emozioni del nostro cantare assieme”.
Perché avete scelto una versione acustica per celebrare l’anniversario?
“Perché rifacendo un nuovo arrangiamento avremmo fatto una delle tante cover in circolazione, per cui abbiamo deciso di svelare la sua vera anima. Due voci e una chitarra. Se una canzone ed un testo funzionano così, vuol dire che questa canzone ha davvero qualcosa di vero dentro”.
Come avete lavorato insieme alla nuova interpretazione, dal punto di vista musicale ed emotivo?
“Senza troppe elucubrazioni, l’abbiamo registrata così come la eseguiamo dal vivo nei nostri concerti in acustico”.
Dopo tanti anni di percorsi diversi, cosa vi ha spinto a unirvi artisticamente nel 2019?
“Il piacere di cantare assieme, di divertirci, di emozionare il pubblico”.
In che modo la vostra intesa vocale e musicale è cresciuta in questi anni di concerti condivisi?
“La nostra intesa musicale ha dell’incredibile, è talmente naturale che sin da subito noi stessi siamo rimasti stupidi dalla spontaneità del nostro modo di cantare assieme. Come se l’avessimo sempre fatto, ed è una cosa che non capita con tutti”.
“Stasera che sera 50th” sarà anche un tour nei teatri italiani: cosa devono aspettarsi gli spettatori?
“Uno spettacolo essenziale nel quale non si prediligono effetti speciali o scenografie ridondanti ma dove le nostre voci, le canzoni arricchite da aneddoti, avranno il ruolo centrale”.
Carlo, riascoltando oggi i grandi successi che hai scritto, cosa ti emoziona ancora di più?
“Quello che mi emoziona di più, è sempre l’affetto e la stima del nostro pubblico che si manifesta con gli applausi e con le parole, i sorrisi che accompagnano il rito del dopo concerto, le fotografie, gli autografi, segno tangibile che con le nostre canzoni, abbiamo accarezzato il cuore di tante persone”.
Silvia, c’è un brano del repertorio dei Matia Bazar che senti particolarmente tuo?
“Sono tanti. Uno è certamente Messaggio d’amore, che Piero Cassano e Giancarlo Golzi hanno scolpito sulla mia tessitura vocale, brano con cui abbiamo vinto il festival di Sanremo. Tra i brani del passato ho perso la testa per C’è tutto un mondo intorno”.
State lavorando a un nuovo progetto insieme: potete anticiparci qualcosa del suo spirito o della direzione musicale?
“Per fortuna le canzoni nel cassetto sono tante, rimane solo da capire le più adatte alla vocalità di Silvia e la mia”.
Se doveste descrivere “Stasera che sera” in una parola, quale scegliereste e perché?
“Una Canzone bella, (che ha dato il via assieme ad altre, ha creato una carriera internazionale a cinque ragazzi pieni di sogni e dotati di talento)”.