Vito Lo Re una vita tra musica, cinema e ora il disco d’esordio 35mm

La vita di Vito Lo Re si può racchiudere con la parola musica: è un direttore d’orchestra, un compositore, un musicista, un diplomato al conservatorio “G. Verdi” di Milano e allo stesso tempo un laureato in Scienze Politiche. Ha studiato composizione, musica corale, direzione di coro, ha realizzato decine di musiche di scena per diverse compagnie teatrali, documentari, lavorando in tv e riuscendo a unire le sue due grandi passioni, la musica e il cinema, per dare vita a tante colonne sonore per il cinema. Un curriculum musicale infinito, collaborazioni non solo in ambito sinfonico e operistico ma anche con prestigiose figure del panorama pop rock italiano e non: Gilberto Gil, Massimo Ranieri, Mario Biondi, Max Gazzè solo per citarne alcuni. Ma una cosa forse non può essere scritta nel curriculum, ovvero quella innata capacità di evocare sensazioni positive in coloro che ascoltano la sua musica. La sua arte, perché comporre musica è un arte, evoca quindi immagini, sentimenti, che hanno portato Vito Lo Re ad essere un musicista capace di spaziare dalla lirica agli arrangiamenti pop, dal metal sinfonico ai programmi televisivi, anche se forse al primo posto c’è sempre lei, il cinema e come nasce questo desiderio di unire musica e cinema lo abbiamo chiesto proprio a Vito Lo Re, che ci ha concesso questa breve intervista. “Ho sempre avuto una forte predisposizione a scrivere musica per immagini  – racconta il maestro Lo Re – Ricordo che da ragazzo, quando scrivevo un pezzo, un po’ tutti mi dicevano “mi evoca questo, mi ricorda quest’altro”. Poi nella mia carriera ho fatto e faccio anche molto altro ma il mio primo amore è sempre il cinema e, di conseguenza, la musica per il cinema”. Oltre al cinema, come abbiamo già sottolineato, c’è tanto altro nella produzione musicale del maestro Lo Re e quindi è ovvio chiedersi se sia realmente differente scrivere musica per un palco teatrale da quella composta per il cinema. Esistono differenze oppure la modalità di scrittura e le suggestioni che si vogliono raccontare sono totalmente differenti? “Sono linguaggi e obiettivi molto diversi. La musica teatrale cambia ogni sera perché è eseguita ogni sera in modo diverso, due esecuzioni è impossibile siano identiche; è quindi un mix che devi creare ogni volta che sali sul palco. Nel cinema invece devi trovare – sempre in accordo col regista – una soluzione finale e ottimale che va cristallizzata e da cui non si prescinderà più”.

Oggi però nella vita artistica di Vito Lo Re c’è una novità, o meglio 23 novità, 23 brani composti, orchestrati e diretti dal Maestro che danno vita al primo disco della sua vita, un disco che potremmo azzardare rappresenta la colonna sonora del suo lunghissimo  percorso musicale. Il disco, uscito il 26 maggio per Stradivarius, prende il nome di 35mm e “nasce dal desiderio, dopo aver lavorato come detto in molti ambiti musicali, di mettere un punto e a capo, realizzando un progetto ambizioso e forse persino pretenzioso – spiega Lo RE – Ma d’altronde nelle grosse sfide o metti l’asticella alta o è meglio non imbarcarsi neanche nell’impresa. Soprattutto in un progetto così complesso produttivamente, a cui hanno partecipato più di cento persone in 3 Stati”.  Un lavoro discografico che sintetizza il suo percorso di vita nella musica e che inevitabilmente si ispira al cinema, dando vita a un lavoro in cui “Ci sono sicuramente degli stimoli cinematografici e dei compositori a cui sono legato e in qualche titolo l’omaggio è più che palese. Tuttavia il cinema è più che altro il pretesto che ho preso per parlare di me attraverso il linguaggio della musica “soundtrack oriented”. Potresti obiettare che ogni musicista nelle sue composizioni parla di sé, e avresti ragione. La novità di questo disco è la scelta, per parlare di sé, di usare la musica strumentale e soprattutto una grande orchestra sinfonica – conclude Lo Re.

35mm segna, dunque, una svolta definitiva nella carriera di Vito Lo Re che ci tiene a sottolineare che “A questo punto della mia carriera mi voglio dedicare solo alle colonne sonore e ai mie progetti solistici come 35mm”.

Marco Miggiano

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