Benvenuto Vlady We Music. “Farfalle” è il tuo nuovo singolo. Se dovessi descrivere in tre parole lo spirito del brano, quali sarebbero?
Scelta, leggerezza, ritorno.
Scelta, perché ogni rinascita inizia quando smetti di rimandarti.
Leggerezza, perché ciò che pesa cambia forma.
Ritorno, perché alla fine torni a te stesso, ma diverso.
Molti si ritroveranno nel sentirsi “spenti” o nel non giocare più la propria partita. Cosa diresti a chi si trova in quel momento?
Direi di non scambiarsi per la propria pausa. A volte crediamo di essere la stanchezza che viviamo, ma non è così. Quello è solo un tratto del sentiero, non la mappa intera. E non serve ripartire correndo: basta il primo passo, anche minuscolo.
Attenzione però: non bisogna romanticizzare la fatica. Ci sono momenti in cui la vita ti svuota davvero. Ma anche lì, qualcosa si muove. Sempre.
Il pezzo trasmette una calma nuova, quasi liberatoria. È la stessa calma che senti anche nella tua vita ora?
Sì, ma è una calma conquistata, non regalata. È arrivata quando ho smesso di pretendere risposte immediate e ho iniziato a lasciare che le cose trovassero da sole la loro forma. È una calma che non nega il passato: lo attraversa.
Allo stesso tempo mi tengo in guardia: la calma non è una destinazione fissa, è uno stato che si coltiva.
La farfalla è un simbolo delicatissimo. Cosa ti ha attratto di questa immagine per rappresentare il tuo cambiamento?
Mi ha attratto il fatto che la farfalla non lotta per diventare farfalla: semplicemente si lascia andare al processo. Il bruco non sa ancora volare, ma smette comunque di essere ciò che era.
E poi la farfalla è fragile e forte nello stesso momento. È una contraddizione vivente, proprio come ogni fase di rinascita vera.
Una lettura interessante che in molti fanno — e che accetto volentieri — è vederla come simbolo anche di una donna che finalmente accoglie una nuova vita dopo una lunga attesa. La metamorfosi parla anche a lei, senza forzature.
“Farfalle” è un punto di arrivo o un punto di partenza per Vlady?
È un confine superato. Non un arrivo e non del tutto una partenza. È quella terra di mezzo in cui senti che qualcosa si è chiuso, ma non hai ancora scoperto tutto ciò che si aprirà.
Se devo scegliere, è un inizio: il primo volo dopo aver cambiato pelle.
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