“Il silenzio grande” al Teatro Quirino, commedia da non perdere: ecco la recensione

Ieri sera, il Teatro Quirino tutto, ha applaudito, sorriso e pianto in una giostra di sentimenti, la nuova opera dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, “Il silenzio grande” sapientemente diretta da Alessandro Gassman.

Entrambi maestosamente supportati dalle scenografie, luci e suoni.

Vi diremo poco della trama, perché vogliamo che lo andiate a vedere, perché merita di essere visto, perché il teatro, come qualcuno diceva in sala, merita questa nuova linfa e vita.

Un padre, Valerio Rimic, interpretato da uno straordinario e ricco di sfumature Massimiliano Gallo, scrittore di successo, dalla fama indiscussa, testardo, sognatore che però non pubblica più nulla da venti anni e vive rintanato nel suo studio. Un mondo di libri catalogati e suddivisi ”per omogeneità emotiva”.

Tre “porte”,  il suo contatto con l’esterno.

La prima: un’immensa finestra sulla sua bella Napoli; la seconda: da cui entra ed esce la fedele cameriera Bettina, un’ottima e reale Monica Nappo, altra indiscussa protagonista di questo lavoro. Vera anima della famiglia, che ”i rumori di questa casa li sente tutti”. Sarà anche colei che lo guiderà, e ci guiderà, per tutto il tempo del lavoro;

infine la terza: varco per la vita “vera”. Da cui di volta in volta entreranno e si alterneranno la moglie Rose, interpretata da una Stefania Rocca assolutamente in parte con i sentimenti del caso, poi il figlio Massimiliano, un’irriverente e sopra le righe Jacopo Sorbini ed infine la figlia un’assolutamente credibile e brava Paola Senatore.

In scena la complessità dei rapporti familiari, nel personaggio del padre “sconnesso” con i tempi e dinamiche familiari , nei temi sempre attuali dei problemi di coppia e genitori- figli che trovano delle motivazioni che si confondono a giustificazioni.

Una serie di piccoli colpi di scena sino a quello finale, d’effetto perché subdolamente giocato sul ricatto dei sentimenti verso lo spettatore e su quel “Grande silenzio” del titolo. Silenzio del non detto, del rimandato che scava solchi tra le persone, nelle famiglie. Come Bettina non ha mai smesso di far notare, “piccoli silenzi che via via creano un grande silenzio”.

Tutti potremmo ritrovarci nella narrazione. Nessuno è salvo, nessuno è colpevole, sono la vita ed il tempo che scorre a farla da padroni nel luogo dove le nostre vite mutano negli anni: la casa.

Un incontro amoroso tra un testo a tratti “eduardiano” e le moderne tecniche della proiezione, una contaminazione riuscita e coinvolgente dove l’unione delle capacità di recitazione degli attori e la scelta vincente del soggetto proiettato sono in grado di restituire un coinvolgimento tecnicamente pari, e emozionalmente superiore a quello della realtà virtuale.

Assolutamente consigliata, e assolutamente da non perdere. Bravo Maurizio Di Giovanni, bravi tutti. Se la stagione inizia così, vorrà dire che sarà un anno bellissimo.

 

di Yvette Montanaro

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