L’INTERVISTA – Gianluca Secco: ‘La mia produzione è ispirata dalla Vita’

L’ospite della rubrica ‘L’INTERVISTA’ è il cantautore Gianluca Secco

Cosa rappresenta l’ossimoro ‘DanzaFerma’ che costituisce il titolo del tuo nuovo singolo?

In effetti non vedo in “DanzaFerma” un vero e proprio ossimoro. Esistono forme di danza moderna in cui le danzatrici muovono il corpo rimanendo perfettamente ferme nella loro posizione, attuando solo una sorta di micro-movimenti del corpo e del viso. In DanzaFerma credo di aver cercato una sorta di movimento-non-movimento, una immobilità apparente. Simile a quella dei paralitici, che al nostro occhio non si muovono, eppure si muovono eccome, con piccoli movimenti, quasi impercettibili a noi, ma di grande sforzo per loro.

 

Da dove nasce la tua passione per la musica?

Ahahah… Avevo circa 7/8 anni quando iniziai a tambureggiare un po’ su ogni cosa che trovavo. Costruii una sorta di batteria con pentole, coperchi, libri e barattoli e iniziai a suonare sui vinili e sulle cassette di mio padre.

All’epoca non c’erano i telefoni/computer, lo streaming, internet e spotify. Non voglio sembrare vecchio, ma nel giro di 40 anni, davvero, le cose sono cambiate parecchio. Non era così semplice arrivare alla musica. Ti dovevi arrangiare con quello che trovavi in casa, dagli zii o dal cugino, o dall’amico del fratello del compagno di scuola. E tutti erano gelosi dei propri dischi, al massimo te lo registravano su cassetta. E la cassetta dovevi portarla tu.

C’era lo Stereo, al massimo il Walkman… Ricordo che “suonavo” sui dischi di Zucchero (“Oro Incenso & Birra”), Otis Redding, Eric Clapton (“Just One Night”), Joe Cocker, Dave Brubeck, Janis Joplin. Così mio padre, ex batterista e cantante di una formazione che negli anni ’60 suonava Rythm ‘n Blues e poi divenuto Alpino, si rassegnò alla dura realtà di avere “l’erede” musicista e mi regalò una batteria.

Con il tempo, mi avvicinai alla chitarra, che sempre mio padre sfoderava ad ogni festa insieme al suo fido “Canzoniere” a portata di mano. “Canzoniere” che poi abbandonava, ma solo a una certa ora e con i superstiti della festa, per darsi tutto su De Andrè e Tenco.

Infine cominciai a cercare la voce… La mia. E poi tanto suonare, sempre e comunque.

 

Quale ritieni sia stato l’incontro artistico che ha condizionato in maniera più marcata la tua carriera fino a questo momento?

A mio parere, la Vita.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Difficile dirlo. Per ora DanzaFerma si è preso tutto. Mi mancano le idee, faccio fatica a fermarle. Comunque il 26 Novembre sarò a Largo Venue – Roma – per la presentazione ufficiale con tutta la band.

E poi DanzaFerma Tour.

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