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The Zen Circus eletti artisti indipendenti dell’anno: hanno vinto il premio ‘Pimi Speciale 2018’

The Zen Circus sono stati eletti dal Mei artisti indipendenti dell’anno, vincendo il premio “Pimi Speciale 2018” per la loro carriera ventennale all’insegna della coerenza e della continua ricerca di qualità musicale e testuale all’interno del circuito indipendente (primo album dal titolo “About Thieves, Farmers, Tramps and Policemen” pubblicato nel 1998 con il nome The Zen). La cerimonia di consegna è in programma sabato 29 settembre a Faenza, in Piazza del Popolo, con esibizione live della band.

Questa la motivazione di Federico Guglielmi, curatore del PIMI, al momento dell’annuncio del Premio: «una carriera artistica quella dei The Zen Circus condotta all’insegna della coerenza, della ricerca di una sempre maggiore qualità musicale e testuale senza per questo rinunciare all’immediatezza e alla freschezza di un’autopromozione basata principalmente sull’attività live, della mai rinnegata militanza nel circuito indipendente. Un autentico esempio per chi vuole fare musica “sul serio” inseguendo il proprio sogno ed evitando le “facili” scorciatoie».

La band è reduce dal successo del tour estivo per presentare l’album “Il fuoco in una stanza”, che ha confermato la potenza espressiva e la forza catartica che i The Zen Circus, da veri artigiani della musica, riescono a creare salendo sul palco.

Gli Zen Circus hanno presentato l’ultimo disco “Il fuoco in una stanza” in televisione, in programmi come “Ossigeno” di Manuel Agnelli e nella trasmissione “Brunori Sa”, condotta da Brunori Sas, in onda su RaiTre. La band è stata, inoltre, protagonista di una puntata monografica di Sky Arte Sessions, in onda su Sky Arte HD. Tra le ultime apparizioni televisive, la band è stata ospite musicale della settima puntata della terza stagione della fiction di Rai1 “Tutto può succedere” (9 luglio). Inoltre, il programma di culto di Rai3 “Blob” ha trasmesso integralmente il nuovo video de “Il mondo come lo vorrei” nella puntata di domenica 8 luglio.

Il disco è stato presentato in numerose altre trasmissioni televisive e radiofoniche, raccogliendo un crescente interesse anche da parte della stampa e della critica. L’album, uscito lo scorso 2 marzo per Woodworm Label e La Tempesta, nella settimana di uscita, è entrato direttamente al 7° posto nella classifica dei dischi e al 1° posto dei vinili più venduti in Italia secondo FIMI/Gfk, complice anche la cura minuziosa dell’ossatura dell’artwork dell’album. “Il fuoco in una stanza”, dalla data di uscita, è rimasto per ben 10 settimane in classifica (FIMI/Gfk).

“IL FUOCO IN UNA STANZA” – IL DISCO
L’album affronta e sviscera i rapporti affettivi che segnano la nostra esistenza e determinano la nostra identità. Si tratta di un album musicalmente e narrativamente eterogeneo, dedicato alla ricerca di un senso molto più profondo dell’esistenza dove il sentimento di una madre, di un padre, un figlio o un amante sono, alla fine, espressioni della stessa verità.

Dall’album “Il fuoco in una stanza” sono stati estratti tre singoli e video: “Catene”, “Il fuoco in una stanza” e “Il mondo come lo vorrei.

LA BAND PARLA DEL DISCO “IL FUOCO IN UNA STANZA”
Parlare degli altri parlando di se stessi. E viceversa. Una volta abbiamo cantato che “gli altri siamo noi, gli altri siamo tutti” e con questo album abbiamo voluto approfondire entrando direttamente nelle stanze dei nostri personaggi, ovvero noi stessi e le persone alle quali siamo indissolubilmente legati da catene più o meno invisibili. Narrare senza fronzoli o eccessivo romanticismo (ma nemmeno troppo bieco e posato cinismo) di tutti quei rapporti umani che ci definiscono e ci rendono quello che siamo; il paradosso dell’individualità che esiste davvero solo quando può essere testimoniata da altre anime simili, gli altri appunto.  Se nella celebre stanza di Gino Paoli si intravedeva il cielo, nelle stanze di questo disco si vedono fuochi più o meno benevoli, fiamme o veri e propri incendi di vita.  Un album di cui andiamo molto fieri, lavorato costantemente fin dal Maggio 2016, ovvero quattro mesi prima che uscisse “La terza guerra mondiale”.  È il disco su cui abbiamo lavorato di più in studio nella nostra carriera; musicalmente eterogeneo e poliglotta nella narrazione per lo scopo di avvicinarsi a noi, tutti diversi ma tutti uguali: figli, madri, padri o amanti.

Raf Santillo

Sono un giornalista da svariati anni. La musica fa parte della mia vita e mi piace tantissimo assistere ad eventi dal vivo di ogni tipo.

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