
Queste 3 città italiane sono un incubo per chi soffre di allergie - wemusic.it
Smog e pollini sempre più aggressivi: l’inquinamento potenzia le allergie e peggiora la qualità della vita urbana.
Con l’arrivo della primavera, la bellezza dei fiori e delle giornate più lunghe si accompagna, per milioni di italiani, a un peggioramento dei sintomi allergici. Starnuti continui, naso chiuso, occhi irritati. Negli ultimi anni, le manifestazioni allergiche stagionali sono diventate sempre più frequenti, soprattutto nei contesti urbani più inquinati. Secondo il rapporto Mal’Aria di Città 2025 pubblicato da Legambiente, città come Frosinone, Milano e Verona risultano tra le peggiori in termini di qualità dell’aria, rendendo la primavera un periodo critico per chi soffre di rinite, asma e congiuntivite allergica.
Smog e pollini: l’effetto combinato che aggrava i sintomi
Inquinamento e allergie sono legati più di quanto si immagini. Le polveri sottili come PM10 e PM2.5, insieme a gas irritanti come NO₂ e ozono, alterano la struttura dei pollini. I granuli diventano più piccoli, penetrano facilmente nelle vie respiratorie e scatenano reazioni più intense. Questo meccanismo è confermato da numerosi studi: le proteine allergeniche si trasformano a contatto con l’inquinamento, diventando più aggressive e difficili da gestire per il sistema immunitario.

Le analisi condotte su 98 capoluoghi italiani mostrano che 25 città hanno superato i limiti di legge per il PM10. Oltre a quelle già citate, emergono anche Vicenza, Padova, Venezia, Torino. Secondo le previsioni, entro il 2030, oltre il 70% delle città italiane rischia di infrangere i nuovi parametri europei per la qualità dell’aria.
Le conseguenze non si limitano ai fastidi stagionali. Uno studio pubblicato sul Journal of Allergy and Clinical Immunology dimostra che l’esposizione costante a NO₂ provoca infiammazione cronica delle vie respiratorie, con aumento dei casi di asma, dermatiti, riniti e sintomi oculari. A questo si aggiunge il cambiamento climatico, che sta allungando il periodo di diffusione dei pollini, anticipando l’inizio della stagione e ritardandone la fine.
Come proteggersi: strategie pratiche per ridurre i sintomi
Anche se l’ambiente urbano non offre grandi margini di azione, alcune abitudini possono aiutare a limitare l’esposizione agli allergeni. Il primo passo è informarsi. Bollettini come POLLnet, aggiornati quotidianamente dalla Società Italiana di Aerobiologia, permettono di controllare in tempo reale i livelli di polline. Questo consente di evitare l’attività all’aperto nei momenti di picco, concentrati di solito nelle ore centrali della giornata.
Chi vive in città molto esposte dovrebbe limitare lo sport all’aperto, preferendo attività indoor o sfruttando i giorni di pioggia, che aiutano a pulire l’aria. Anche occhiali da sole e mascherine FFP2 possono offrire una barriera efficace: proteggono occhi e vie respiratorie, riducendo l’intensità dei sintomi.
All’interno delle abitazioni, è consigliabile arieggiare solo al mattino presto o a tarda sera, evitando di aprire finestre nei momenti di maggior concentrazione pollinica. L’uso di purificatori d’aria con filtri HEPA può migliorare la qualità dell’aria in casa, mentre zanzariere antipolline aiutano a bloccare l’ingresso delle particelle più fini.
In presenza di sintomi persistenti, è utile rivolgersi a un allergologo. Esistono terapie specifiche, come l’immunoterapia desensibilizzante, che agiscono sul sistema immunitario riducendo la sensibilità agli allergeni nel lungo periodo.
Affrontare la primavera in città può essere complicato, ma conoscere le cause e agire in modo consapevole permette di migliorare la qualità della vita anche nei periodi più critici. In un contesto ambientale sempre più ostile, la gestione attiva dell’allergia diventa una necessità. E chi vive nelle città più inquinate deve imparare a leggere il cielo e l’aria, oltre al calendario.