La chitarra di Marc Ribot al ‘Sponz Fest’ di Vinicio Capossela

Uno dei più grandi chitarristi viventi, un musicista eclettico e straordinario tra i protagonisti della downtown scene newyorkese e inserito dal critico Piero Scaruffi al secondo posto tra i chitarristi migliori di sempre, dietro solamente a Jimi Hendrix.

Alla chiamata del direttore Vinicio Capossela ad aprire la Serata Resistente ha risposto: “Yes, I Can!”. Venerdì 25 agosto la chitarra antifascista di Marc Ribot fenderà l’aria nel concerto “Once upon a Trump in America – Songs of a resistance”, con incursioni sul palco di Vinicio Capossela.

Intenso ed enigmatico, Ribot vanta quarant’anni di prolifica carriera, con innumerevoli collaborazioni: Tom Waits, Elvis Costello, John Zorn, Mike Patton, Elton John, Diana Krall, Sarah Jane Morris, Marianne Faithfull, David Sylvian, Arto Lindsay, per citarne soltanto alcuni. Amici e compagni di mille avventure musicali, Vinicio Capossela e Marc Ribot iniziano a collaborare nel 1996. In totale, Vinicio ha ospitato Marc in una ventina di pezzi della sua discografia e in diversi concerti live, compreso quest’anno nel concerto “Strikes!”, parte delle date di “Atti Unici”. I live di Marc Ribot sono eventi imprevedibili e unici, mix di improvvisazione e memoria, segnali extraterrestri e spirito dei tempi, in grado di catturare e avvolgere l’ascoltatore in un’esperienza musicale esclusiva. La sua maestria tecnica si intreccia alla profondità, alla carica emotiva e alla bellezza del suono che riesce a far sgorgare dalle sue corde.

La grande Serata Resistente prosegue poi con il sassofonista Daniele Sepe alla guida di un manipolo di ribelli per presentare il suo lavoro “Capitan Capitone e i fratelli della Costa”, una vera radiografia sonora delle mille anime musicali – il rock e la canzone d’autore, il reggae e il rap, il jazz e il funk – di una città come Napoli.

Ma prima della travolgente notte, anche il giorno sponziano riserva dialoghi, incontri ed eventi imperdibili. Nel mattino proseguono i laboratori per bambini, con i giochi d’Ombre di Anusc Castiglioni e i Giochi di cartapesta con Margherita Pillot. FIAB Avellino senza rotelle propone una “Ciclo-vagazione”, ovvero una facile escursione giornaliera in bicicletta con andatura rilassata e sensoriale, per Calitri città.

Non si ferma neanche la Libera università per Ripetenti, nè la sua consueta pausa ricreazione alla Vineria La Frasca a Borgo Castello e alla Barberia musicale da Sicuranza con i Cunversazionevoli. Si comincia a “ripetere” a Borgo Castello con Dario Deotto e il suo “ L’Enorme e le Norme. Dal “tributare” al “tributo”: le leggi e la loro applicazione come metafora della vita” per poi spostarsi lungo il sentiero della Cupa per “Rovesci, Temporali e altri capovolgimenti” con il meterologo Luca Lombroso.

La seconda ora a Borgo Castello sarà invece in compagnia dell’antropologo Vito Teti con “Il rovescio del sovrappopolamento …i paesi abbandonati”. Teti affronta un tema che riguarda un aspetto particolare dell’attuale condizione profonda dell’Italia partendo dal suo ultimo libro “Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni” (Donzelli, 2017), dove narra in modo quasi romanzesco le vicende dei paesi degradati e svuotati della Calabria, assunti come paradigma dell’Italia interna che si svuota. Il tutto alla presenza del Magnifico Rettore Vinicio Capossela, accompagnati dalle sue letture e suoni tratte dal libro Il Paese dei Coppoloni.

Al tempo stesso, nella speciale aula della Vineria La Frasca, Luigi Tecce, enologo e viticultore, parlerà de “L’Odissea di un vignaiolo”. Nel pomeriggio si entrerà nella grotta di Cecca in compagnia dell’archeologo Giampiero Galasso per capire “Dove inizia l’ánthrōpos: la rivoluzione neolitica”. E poi, in serata, il direttore della Cineteca di Bologna dott. Gian Luca Farinelli terrà l’incontro “Viva Zapata” Filmati e parole sui treni rivoluzionari . Il treno nella rivoluzione russa–un viaggio per immagini nella storia del cinema e dell’arte per indagare il treno come icona di progresso e rivoluzione.

Il pomeriggio si anima anche dei racconti carnevaleschi, dei canti sovvervisi e “a la mmersa” della tradizione calitrana con “Ero a dirottar trattori da ore” a cura de “Il Calitrano”. Continuano le proiezioni di “Irpinia andata e Ritorno” all’Ex Cinema Rossini con “Salòn Olympia: i Fratelli del cinema” a cura di María Cecilia Reyes, la storia dei due fratelli Di Domenico originari di Castenuovo di Conza, che portarono il cinema in Colombia. Le musiche originali saranno a cura di Pier Renzo Ponzo, e si leggeranno estratti del libro “A raccontar la luce” di Sandro Bozzolo.

E poi, il grando evento del pomeriggio sponziano: (ri)parte Il treno della rivoluzione (che porta la gente ai paesi anzi che portarli via). È il miracolo del treno che si rinnova! afferma il direttore artistico Capossela. La vecchia linea Avellino-Rocchetta, sospesa nell’esercizio da molti anni, ruggisce a nuovo fulgore.

In occasione dello Sponz Fest 2017, infatti, il treno storico proposto dalla Fondazione FS Italiane in collaborazione con Regione Campania prolungherà il suo viaggio e arriverà fino alla stazione di Lioni. Rete Ferroviaria Italiana ha infatti terminato gli interventi di riqualificazione per la riapertura di ulteriori 37 chilometri della storica tratta Avellino – Rocchetta, che permetteranno il suo uso a fini turistici. Sarà l’avvio di una tre giorni – 25, 26 e 27 agosto – di treni d’epoca, sui binari senza tempo che attraversano le incantevoli vallate dell’Irpinia: a bordo di carrozze Corbellini anni ’50 e, per l’inaugurazione, di una vettura di rappresentanza del 1903 recentemente restaurata nota come “Grillo. Il popolo dello Sponz discenderà a Calitri scalo/stazione all’allegro suono della Banda Mariachi Tres Rosas e arriverà alla stazione di Conza – Cairano, dove sarà accolto dalla Fanfara russa dei Dobranotch. Durante il viaggio, la compagnia teatrale Clan h presenterà “Storie Su Rotaie IdeA/Azione performativa nei vagoni dell’Avellino-Rocchetta”: paesaggi, suoni, immagini, racconti e storie d’Irpinia sotto la direzione di Salvatore Mazza.

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