
Perchè spopola il bakery tourism? - wemusic.it
Scopri il fenomeno del bakery tourism: il fascino globale dei dolci che spinge a viaggiare ed è sempre più di tendenza.
Negli ultimi anni, il panorama del turismo ha subito trasformazioni significative, soprattutto grazie all’influenza dei social media. Una nuova tendenza sta emergendo, che va oltre il semplice scoprire luoghi iconici o esperienze avventurose: si tratta del “bakery tourism”, o turismo da forno. Questa passione per i dolci artigianali ha spinto molti a percorrere lunghe distanze per raggiungere panifici che promettono un’esperienza unica, dove il profumo di burro caldo e di dolci appena sfornati è una vera e propria attrazione.
Un viaggio per un dolce: la base del bakery tourism
Un esempio emblematico di questa nuova forma di turismo è rappresentato da Dan Warren e sua moglie Dee, che hanno intrapreso un viaggio a piedi di 360 chilometri attraverso la Scozia, tutto per assaporare un brioche del Bakehouse di Mallaig. I due, che si definiscono “bakery pilgrims”, hanno affrontato pioggia e fango, eppure non si sono mai lasciati scoraggiare. La loro storia è solo una delle tante che dimostrano quanto possa essere forte il richiamo di un dolce ben fatto. «Il nostro obiettivo era semplice: gustare un dolce con crema pasticcera e frutti rossi, e ne è valsa la pena», racconta Dan, con gli occhi che brillano al solo ricordo.
Questo fenomeno non si limita alla Scozia. Anche in Galles, gli appassionati di bakery tourism sono disposti a percorrere ore di strada per assaporare gli honey buns del Popty’r Dref. Un altro amante dei dolci ha confessato di aver viaggiato a lungo solo per questa prelibatezza, sottolineando una tendenza crescente in cui il cibo diventa il fulcro delle esperienze di viaggio. Non è raro incontrare ciclisti professionisti come Maddy Nutt, che pianificano itinerari in base ai panifici da visitare, rendendo il viaggio un’avventura culinaria.

Il bakery tourism ha raggiunto dimensioni internazionali. Darcie Maher, proprietaria del panificio Lannan a Edimburgo, ha ospitato clienti provenienti da tutto il mondo, inclusi Canada e Nuova Zelanda, tutti attratti dalla sua famosa cherry tart alla crema di pistacchio. «È incredibile vedere come il nostro lavoro possa attirare persone da così lontano», afferma Darcie. Questo dimostra non solo l’abilità dei fornai, ma anche la potenza delle tradizioni culinarie che diventano meta di pellegrinaggio.
Un viaggio che attraversa culture, storie e tradizioni
In Corea del Sud, il fenomeno ha persino un nome: bbangjisullae, una combinazione delle parole “pane” e “pellegrinaggio”. Questo termine riflette perfettamente l’idea che il cibo possa essere il fulcro di un viaggio significativo. Molti viaggiatori affermano che spendere 5 o 6 euro per un croissant artigianale può sembrare un lusso, ma è comunque meno di una cena in un ristorante stellato. La gioia di gustare un dolce fresco, mentre ci si siede su una panchina, avvolti dall’aroma del burro, rappresenta una sensazione di pura felicità.
Le esperienze legate al bakery tourism evidenziano un cambiamento nei nostri valori e nelle nostre priorità. In un’epoca in cui il tempo è spesso limitato e le esperienze superficiali, trovare un momento di autenticità attraverso il cibo diventa un obiettivo per molti viaggiatori. Non è solo una brioche, ma un viaggio che attraversa culture, storie e tradizioni, dove ogni morso è un pezzo di un mondo più grande. La ricerca del dolce perfetto diventa così un viaggio di scoperta personale e collettiva, un modo per connettersi con gli altri e con se stessi attraverso la gastronomia.