Cala il sipario sul “Piano City Milano 2019”: 450 concerti e 50 ore di musica mozzafiato

Il 17, 18 e 19 maggio è arrivato a Milano il “Piano City”, l’evento annuale dedicato al pianoforte. Oltre 50 ore di musica, tutta la città è stata piena di concerti all’aperto e all’interno di luoghi simbolici. Come le edizioni precedenti, sono stati protagonisti anche i concerti in casa e nei cortili condominiali.

Da ormai otto anni il Piano City trasforma Milano in una vera e propria sala da concerto. I due headquarters sono stati il Piano Center della Galleria D’arte Moderna per i concerti serali e il Piano Center della Palazzina Liberty per quelli notturni. Si sono alternati pianisti provenienti da tutto il mondo, dall’islandese Òlafur Arnalds al cubano Roman Valle.

Noi siamo stati al concerto di Boosta sabato 18 alla Galleria D’arte Moderna, dove il musicista dei Subsonica ha voluto fare “un piccolo concerto per la Luna e la sua conquista” in occasione del 50esimo anniversario dell’allunaggio. Ha portato sul palco varie composizioni musicali, esibendosi con pianoforte e tastiere, e tanti altri strumenti digitali che maneggiava come d’altronde uno dei migliori DJ italiani può fare.

Domenica 19 al Volvo Studio di Milano abbiamo invece assistito all’esibizione di Francesco Parrino che ha suonato al pianoforte canzoni pop contemporanee come Havana di Camila Cabello, Someone Like You di Adele, Shallow di Lady Gaga e Bradley Cooper, colonne sonore come un medley tratto dalla saga de I Pirati Dei Caraibi e poi degli evergreen come Don’t Stop Me Now, Bohemian Rhapsody, Somebody To Love e We Are The Champions dei Queen, Mamma Mia e Dancing Queen degli ABBA, Billie Jean di Michael Jackson.

Uno dei tanti protagonisti di questo Piano City è stato anche il pianista e compositore Dario Faini, in arte Dardust, con due concerti dedicati ai suoi viaggi musicali. Noi siamo stati ad uno dei concerti di chiusura di domenica 19, nel cuore del quartiere Gratosoglio, davanti alle simboliche “torri bianche” dove l’artista ci ha fatto ascoltare sotto la pioggia il racconto di un album nato e costruito tra Berlino, l’Islanda e Edimburgo.

di Lucia Filardi

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