
Un mistero lungo 4.000 anni: cosa hanno scoperto gli esperti - Wemusic.it
Il mistero sulla costruzione delle piramidi, lungo 4000 anni, è stato svelato: cosa hanno scoperto gli esperti.
Dopo millenni di misteri e speculazioni, nuove ricerche offrono una svolta decisiva sul metodo con cui furono costruite le grandi piramidi dell’antico Egitto.
Un gruppo di esperti dell’Università della Carolina del Nord a Wilmington ha messo in luce l’esistenza di un antico corso d’acqua fondamentale per il trasporto dei materiali da costruzione, nascosto sotto l’attuale deserto del Sahara.
La scoperta dell’antico ramo del Nilo
Per anni, gli studiosi avevano ipotizzato che gli Egizi sfruttassero un fiume vicino per spostare i massicci blocchi di pietra necessari alla realizzazione delle piramidi, ma mancavano prove certe su posizione, dimensioni e distanza di questo corso d’acqua rispetto ai siti archeologici. Il professor Eman Ghoneim, uno dei principali autori dello studio, ha spiegato che finalmente è stata identificata con precisione la presenza di un “mega corso d’acqua” sepolto, denominato Ahramat. Attraverso l’uso di tecnologie satellitari radar, analisi geofisiche, mappe storiche e valutazioni dei sedimenti, il team ha tracciato la mappa di questo ramo fluviale dimenticato, che si estendeva per circa 64 chilometri e presentava una larghezza variabile tra 200 e 700 metri.
Tale fiume, ormai estinto, era situato ai piedi delle colline dove si trovano la maggior parte delle piramidi costruite tra 4.700 e 3.700 anni fa. Lo studio, pubblicato su Communications Earth and Environment, ha prodotto immagini dettagliate che ricostruiscono la conformazione del fiume Ahramat in epoche remote, mostrando la presenza di antichi canali e strutture sommerse sotto il deserto e i campi agricoli circostanti. Questi risultati dimostrano che l’area oggi arida e inospitale era in passato attraversata da un corso d’acqua attivo e funzionale.
La dottoressa Suzanne Onstine, coautrice della ricerca, ha sottolineato che l’individuazione precisa di questo ramo fluviale fornisce una chiave interpretativa fondamentale: “Avere dati concreti sull’esistenza di un corso d’acqua che potesse agevolare il trasporto di pesanti materiali, attrezzature e personale ci aiuta a comprendere meglio come siano state costruite le piramidi”. La scoperta del fiume Ahramat ha importanti ripercussioni sulla comprensione delle tecniche di costruzione delle piramidi egizie. La sua vicinanza ai siti di Giza e Lisht, dove si trovano numerosi complessi funerari del Medio Regno, spiega l’elevata concentrazione di monumenti in quella che oggi è una zona desertica e inospitale.

Il corso d’acqua avrebbe rappresentato una vera e propria via di comunicazione e trasporto per gli Egizi, che avrebbero potuto sfruttare la forza motrice del fiume per spostare i blocchi di pietra, alleggerendo così il carico di lavoro umano. Ciò modifica radicalmente le ipotesi finora prevalenti, che vedevano soprattutto nelle attività manuali la componente principale del trasporto dei materiali.
Questa nuova prospettiva non solo chiarisce un aspetto cruciale della tecnica ingegneristica egizia, ma suggerisce anche che la distribuzione delle piramidi sia stata fortemente influenzata dalla presenza di questo antico corso d’acqua, oggi completamente scomparso a causa di gravi fenomeni di siccità e tempeste di sabbia avvenute migliaia di anni fa. Il ritrovamento dell’Ahramat rappresenta dunque un punto di svolta per la ricerca archeologica e storica sull’Egitto antico, aprendo la strada a ulteriori studi sull’interazione tra ambiente naturale e attività umana nella valle del Nilo antica.