“Quechua”, il nuovo singolo di Maru che anticipa il disco in uscita a settembre

Un ricordo un po’ sfocato ma non troppo lontano di corse sulla spiaggia, tende, falò, feste dal tramonto fino all’alba. Un piccolo inno synth-pop al poter fare le scelte sbagliate anche solo per una notte, ma farlo circondandosi delle persone giuste.

Esce oggi “Quechua”, il nuovo singolo di Maru che anticipa il disco in uscita a settembre per Bravo Dischi.

Ascoltalo qui:https://spoti.fi/2WG8z8i

“Quechua” è la pretesa di superare tutti i limiti e comportarsi quasi come i supereroi, come se il nostro corpo durasse per sempre, abbattendo il vizio di contenere le nostre emozioni, dice Maru. È un invito a lasciarsi andare, esplorarsi ed esplodere, finalmente, in quello che si è davvero.

Un grido di libertà, da lanciare soprattutto in un momento in cui si sente tanto la sua mancanza,  che culla il sogno di poter tornare a essere spensierati.

 

Prodotta da Fabio Grande, “Quechua” è una canzone energica, potente e lieve al tempo stesso, ricca di synth e sostenuta da una ritmica incalzante, che si apre in un ritornello che rimane subito in testa.

Un brano che, grazie anche alla limpida profondità del testo, si fa portabandiera della più forte convinzione di Maru: quella dell’importanza di essere se stessi, sempre e per davvero.

 

 

Testo “Quechua”

Ci sono fatti e parole degli altri

che sono fatte per schiantarti a terra,

contro i muri e la tua faccia

non mi è sembrata poi così diversa

dalla prima volta

Quando eravamo eterni, adolescenti

e dormivamo in una Quechua

e la mattina ricordarsi

 

Che non ricordi nulla

Non ricordi neanche cosa sono io

Che adesso sto da Dio

Che non partecipo abbastanza

Da quando ho vinto già

A piedi nudi non ci son più denti da spaccarsi

Cadendo in pezzi insieme agli altri e alla luce del sole

Questo corpo può arrivare dove vuole

 

Ci sono fatti strani, verità assolute:

le tue amiche sono veramente idiote

Ci ho provato, la pazienza che ci vuole è tanta

non mi è sembrato poi così diverso

dall’ultima volta

Quando eravamo eterni, incandescenti

E tu sparivi in una Quechua

E ripromettersi di ricordarsi tutto

 

Ma non ricordi nulla

Non ricordi neanche cosa sono io

Che adesso sto da Dio

Che non partecipo abbastanza

Da quando ho vinto già

A piedi nudi non ci son più denti da spaccarsi

Cadere in pezzi insieme ad altri e alla luce del sole

Questo corpo può arrivare dove vuole

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