
Voli, le nuove regole UE sui rimborsi fanno infuriare i viaggiatori -wemusic.it
La proposta UE per modificare i rimborsi in caso di ritardo, cancellazione o disservizio prevede meno compensazioni per i passeggeri e più margini per le compagnie. Ecco cosa cambia.
Negli ultimi mesi, la proposta di riforma del regolamento europeo sui diritti dei passeggeri aerei ha riacceso il confronto tra istituzioni, compagnie e associazioni dei consumatori. Il testo, in discussione a Bruxelles, introduce modifiche sostanziali che potrebbero influenzare l’esperienza di viaggio per milioni di persone ogni anno. L’obiettivo dichiarato è rendere il sistema più sostenibile per le compagnie, in un settore già messo sotto pressione dalla crisi post-pandemica. Ma la direzione imboccata preoccupa: le tutele garantite ai viaggiatori rischiano di ridursi, con un impatto immediato sui casi di ritardo, cancellazione e overbooking.
Rimborsi solo dopo lunghi ritardi: cosa prevede la nuova soglia minima
Uno dei cambiamenti più rilevanti riguarda i criteri per ottenere l’indennizzo in caso di ritardo. Oggi, basta attendere almeno tre ore per richiedere un rimborso compreso tra 250 e 600 euro, in base alla lunghezza del volo. Con la nuova proposta, le soglie salirebbero a 5, 9 o addirittura 12 ore.
Secondo quanto riportato dal network europeo ECC, circa l’85% delle richieste attualmente valide verrebbero escluse. In concreto, questo significa che la maggior parte dei ritardi aerei non darebbe più diritto a compensazioni economiche. I costi di pasti, alloggi e spostamenti alternativi potrebbero così ricadere totalmente sui passeggeri, senza obblighi specifici da parte delle compagnie. Il colpo sarebbe forte soprattutto per i viaggiatori occasionali, per chi vola con bambini o per chi ha appuntamenti improrogabili all’arrivo.

Questa modifica è giustificata dalle compagnie come una necessità per contenere le spese, ma lascia i passeggeri più esposti ai disservizi, in un settore dove la puntualità resta ancora un problema strutturale. Solo in Italia, nel 2024, si sono registrati 1.736 ritardi gravi, secondo i dati raccolti da ItaliaRimborso. Una parte consistente delle compensazioni ora rischia di svanire, con un risparmio potenziale per le compagnie che supera i 200 milioni di euro.
Riprotezione meno tempestiva e nuove eccezioni: cosa rischiano i viaggiatori
Un altro punto critico della riforma riguarda la riprotezione, cioè il diritto dei passeggeri ad avere un volo alternativo dopo una cancellazione. Attualmente, le compagnie devono intervenire entro poche ore. La nuova norma potrebbe estendere i tempi fino a 12 ore, dilatando le attese e creando difficoltà soprattutto per chi viaggia per lavoro o ha coincidenze strette.
La questione è particolarmente delicata per chi vola a medio raggio e per chi affronta viaggi con più tratte. Ritardi così lunghi possono compromettere viaggi intercontinentali, perdere eventi, prenotazioni e connessioni. E non è previsto alcun risarcimento per il tempo perso, a meno di casi estremi.
Anche la definizione di circostanza eccezionale, cioè quella condizione che esonera le compagnie dal pagamento del rimborso, verrebbe ampliata. Oggi, scioperi interni o guasti tecnici prevedibili non rientrano tra le eccezioni. Con la nuova versione, potrebbero diventarlo, lasciando ai vettori ancora più spazio per evitare gli indennizzi.
L’obiettivo, formalmente, è alleggerire un sistema che grava troppo sulle spalle delle compagnie. Ma i passeggeri si ritroverebbero con meno garanzie e più incertezza. Il rischio è che l’asimmetria tra potere dei vettori e diritti degli utenti si allarghi, minando la fiducia nel trasporto aereo europeo. La discussione in corso sarà decisiva per capire se prevarrà la logica di tutela o quella di contenimento dei costi. E intanto, chi vola, dovrà fare i conti con un possibile cambio di rotta nei propri diritti.